RELITTI

Entrò all’improvviso nel mio campo visivo, con la lentezza di un sauro ferito a morte(…) scivolava, irreale, con l’ansimare agonizzante delle sue macchine e il ritmo sconnesso delle sue bielle che, da un momento all’altro, minacciavano di tacere per sempre. Occupava ormai il primo piano nello spettacolo irreale e sereno che mi avvinceva, e il mio stupore diventò qualcosa di molto difficile da definire. C’era in quell’errabondo relitto, una sorta di testimonianza del nostro destino sulla terra.

(ALVARO MUTIS, L’ultimo scalo del tramp steamer, Einaudi Torino 1999)