Fuoco nel Montiferru

La notte del 25 luglio 2021 in Sardegna è scoppiato uno tra i più grandi incendi dolosi che abbiano devastato l’isola negli ultimi decenni; in pochi giorni di fuoco e vento i territori di Cuglieri, Sennariolo e Santulussurgiu hanno perso più di 20.000 ettari di campi coltivati,  bosco e macchia mediterranea.  Robert Adams, scrive, in un suo bellissimo saggio sulla fotografia, che l’emozione vissuta durante la percezione di un luogo è un’esperienza totale durante la quale, oltre la vista, sono coinvolti tutti i sensi del proprio corpo. La fotografia di un paesaggio non potrà mai competere con l’atto percettivo diretto, la sua unica possibilità per poter essere interessante è che sia la rappresentazione di una “questione personale” tra il fotografo e quel luogo, altrimenti sarà destinata ad annoiare velocemente l’osservatore.  Ho pensato molte volte a queste parole mentre mi aggiravo per il  territorio del Montiferru, il silenzio di una natura completamente svuotata di qualsiasi forma di vita (insetti, ragni, uccelli, cinghiali, ovini, bovini… chiunque non avesse trovato la morte era scappato lontano) era spezzato solo dalla continua voce degli elicotteri e dei Canadair in volo alla ricerca di focolai da spegnere. L’odore pungente del carbone e della cenere che accompagnava ogni respiro, le ondate di calore dei carboni ancora accesi nei tronchi degli alberi, il nero che ti rimaneva addosso al solo sfiorare la natura carbonizzata nella quale eri immerso, tutto questo si impadroniva di me accrescendo l’intensità del mio coinvolgimento emotivo. Non ho scattato tanto, in due giorni di esplorazione ininterrotta ho realizzato soltanto una cinquantina di immagini, mi sentivo come al cospetto di una persona gravemente ferita che lotta per la vita e della quale non si può che avere estremo rispetto.

Nella primavera del 2021  ero stato invitato a partecipare ad un progetto artistico  collettivo, curato da Marco Ceraglia. dal titolo ISOLITUDINE. Cambiando i miei piani rispetto ad un altro tema al quale avevo già iniziato a lavorare, ho deciso che queste immagini, non progettate ma nate da una necessità interiore sarebbero diventate il mio contributo al progetto.